Le possibilità della sospensione
- Alessandro Vetuli
- 1 giorno fa
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La transizione è una condizione propria dell’esistenza umana, eppure rimane tra le cose più difficili da attraversare. Ci sentiamo spesso in questo equilibrio precario, sospesi tra le parti più basse della nostra interiorità dove bollono lave ustionanti, traumi da cui preferiremmo prendere le distanze, e cieli luminosi, vette serene, dove la promessa del futuro sembra più onesta e veritiera.
La sospensione tuttavia, questo between che Steven DaLuz rappresenta nella sua opera, può non diventare l'ennesimo spazio di scissione che apriamo dentro e fuori di noi. Al contrario, potrebbe essere l'occasione di un ricongiungimento profondo a un'interezza benevola, placentare, in cui i contrasti finalmente possono convivere insieme. Così i movimenti tellurici che ci scuotono e spaventano possono riposare accanto alla dolcezza silenziosa dell'alba. La minaccia si volge in paesaggio.
Quando ci accingiamo a vivere il cambiamento, di qualunque genere esso sia, possiamo provare a lasciarci bagnare da quest'acqua misericordiosa che getta i riflessi sulla pelle. Mi commuove questa immagine perché la radiazione luminosa proviene da una zona ignota, ancora oscurata dalle nubi. Eppure proietta già nel corpo limpidezza e scioglimento.
L'elemento acqueo non fa parte del quadro. Continua però invisibilmente a irrigare, alleggerire, sciogliere, fluidificare.
Non si tratta di andare alla deriva né tantomeno di galleggiare passivamente tra gli eventi.
Semplicemente accordare fiducia all'immersione come forza attiva e trasformativa. Al chiarore di nuove consapevolezze che proprio dentro i mutamenti ci stanno già avvolgendo.
Come dice la poetessa Wislawa Szymborska: "L'abisso non ci divide. / L'abisso circonda".

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